Negli ultimi tempi è sempre più frequente leggere o sentir parlare della dieta chetogenica, pratica dietetica che si sta diffondendo sempre di più. La dieta chetogenica o anche dieta keto, secondo la definizione data dalla Fondazione Veronesi, è un particolare regime alimentare che punta a ridurre drasticamente i carboidrati, supplendoli con un elevato apporto di proteine e di grassi insaturi, ovvero quelli che non fanno male all’organismo di cui gli omega 3 presenti in alcune tipologie di pesce ne sono un esempio. Questa modalità di assunzione del cibo, ha come obiettivo quello di costringere l’organismo a utilizzare i grassi come fonte di energia.
Riducendo i carboidrati, l’organismo sarà costretto a produrre chetoni (da cui la dieta prende il nome), che sono il risultato della scomposizione metabolica dei grassi nel fegato, che vengono poi utilizzati come energia.
In questo modo, si abbasseranno i livelli di glucosio così che il corpo bruci grassi per ricavarne energia; di conseguenza, bassi livelli manterranno bassi anche il livello dell’insulina (l’ormone che controlla l’utilizzo del glucosio da parte dell’organismo) evitando quindi la creazione di altro grasso.
Gli alimenti consigliati mentre si segue una dieta chetogenica sono principalmente quelli ricchi di proteine e ovviamente poveri di carboidrati. Gli alimenti che sono previsti, quindi, da questa dieta sono: uova, carne, pesce e prodotti della pesca, oli per condire, ortaggi e verdura. I cibi che, invece, sono vivamente sconsigliati sono: cereali, patate e derivati, pane, pasta e simili, legumi, bibite dolci, dolciumi, frutti (in quanto anch’essi sono ricchi di fruttosio, quindi zuccheri).
Per quanto riguarda l’assunzione dei carboidrati, questa dieta prevede che non vengano esclusi del tutto dal proprio piano alimentare e raccomanda di assumerne, seppure in minima parte: una dose di circa 50 grammi in tre porzioni da circa 20 grammi da assumere in momenti diversi della giornata.
Pro e contro della dieta keto
Qui di seguito vi illustrerò un elenco dei benefici e degli eventuali rischi, tutti i vantaggi e le controindicazioni che potrebbero derivare dalla scelta di seguire questa tipologia di dieta. Questa dieta è molto in voga negli ultimi tempi in quanto pare promettere di dimagrire molto velocemente, perdendo molti chili in pochissimo tempo.
Immediata ed importante perdita di peso
Dato che l’organismo viene privato degli zuccheri, il corpo è obbligato a bruciare più calorie per trasformare i grassi e le proteine in glucosio. Allo stesso tempo, viene spinta la secrezione di ormoni che si occupano di smaltire i grassi e quindi diminuiscono la sensazione della fame. Per questo, la dieta chetogenica ha il beneficio di far perdere peso in maniera molto veloce e anche importante, permettendo di perdere anche 4 chili in una settimana.
Ovviamente, la perdita di peso riferita al primo periodo, è da attribuire esclusivamente all’aver bruciato le scorte di glucosio dell’organismo (glicogeno) e alla perdita dei liquidi e dell’acqua. Invece è necessario attendere qualche giorno per osservare un dimagrimento vero e proprio, associato allo smaltimento delle riserve di grasso.
Gestione dell’epilessia
Questo regime alimentare pare che sia importante anche a livello neurologico in quanto, nella gestione delle epilessie farmaco-resistenti, possono essere sedate da una dieta di questo tipo, portando beneficio direttamente ai neuroni in quei casi in cui il farmaco non dà gli effetti sperati.
E’ stato studiato che il digiuno riesca a prevenire la frequenza e l’entità delle crisi epilettica: questo accade perché, durante il digiuno, il corpo produce chetoni che interferiscono con le attività di alcune aree cerebrali, arrivando a controllare le scariche elettriche che sono proprio alla base dell’epilessia.
Questa tipologia di dieta, appunto, può aiutare in quelle situazioni in cui gli effetti collaterali dei farmaci sono troppo pesanti per i pazienti, portando gli esperti a rivalutare questa dieta come aiuto nel trattamento dell’epilessia infantile.
Aiuto nel diabete
La particolarità di questa dieta e il punto in cui sta la sua unicità è proprio nell’utilizzo che di essa si può fare nel trattamento di alcune patologie metaboliche come il diabete, grazie alla restrizione dei carboidrati di cui questa dieta fa utilizzo.
Si badi bene, però, che non si sta parlando di assenza, ma di restrizione. Ciò vuol dire che i carboidrati non vengono assolutamente eliminati dal piano alimentare, ma vengono ridimensionati nelle quantità e, poichè si tratta di pochissime quantità, vengono distribuiti in modo uniforme durante la giornata favorendo il mantenimento dei valori di insulina nel sangue, prevenendo i fastidiosi picchi glicemici.
Ovviamente questo regime alimentare non vuole sostituire assolutamente i farmaci che un paziente diabetico comunque dovrà periodicamente assumere. Con questa tipologia di dieta si può anche ritardare l’utilizzo del farmaco, ottenendo già davvero un ottimo beneficio ed un grande successo.
La dieta chetogenica, in sintesi, permette all’organismo di escludere i carboidrati, fornirne una quantità minima e quindi
riesce a far mantenere al paziente costanti i livelli di glicemia ed insulinemia.
Lotta all’obesità
La dieta chetogenica si è rivelata molto utile anche nei pazienti che non riscontrano successo con le diete e hanno la necessità di perdere rapidamente molti chili, anche e soprattutto per motivi di salute.
Pare che sia possibile, grazie a questo regime alimentare, anche perdere fino a 14 chili in un mese. E’ evidente che sia un quantitativo davvero importante, per questo è sempre consigliato che ogni paziente che decide di seguire la dieta keto si affidi anche ad un medico o ad un nutrizionista che possa seguirlo e monitorare ogni cambiamento, per evitare l’insorgenza di eventuali problematiche.
Un paziente obeso può utilizzare questa dieta per perdere rapidamente peso in casi in cui, ad esempio, deve sottoporsi ad un intervento chirurgico, per il quale è assolutamente necessario perdere peso per non incorrere in eventuali problematiche.
La perdita di peso più importante si osserva già dalla prima settimana, generando anche una notevole motivazione nel paziente a cui non pesano neanche molto le restrizioni alimentari poichè con questa dieta avvertiranno meno la sensazione della fame e si sentiranno anche fisicamente più energici.
Per ottenere una perdita di peso molto importante, è possibile ripetere questa dieta con dei cicli, senza temere l’effetto “yo-yo” in quanto, una volta finito il ciclo, si otterrà un buon mantenimento dei risultati ottenuti anche grazie ad un parziale e più lento riacquisto del peso corporeo.
Rimedio per la sindrome da deficit di GLUT1
La sindrome da deficit del trasportatore di glucosio di tipo 1 o GLUT1 è una malattia di tipo genetico a carico del metabolismo cerebrale. Il GLUT1 è la proteina che si occupa del trasporto del glucosio attraverso la barriera emato-encefalica e si occupa autonomamente di alcune funzioni cerebrali. Questa proteina viene prodotta da un gene in particolare che, nei pazienti affetti da questa sindrome, può essere stato danneggiato da una mutazione. In questi casi, la proteina non viene prodotta sufficientemente tanto da permettere il trasporto del glucosio nel cervello.
Il glucosio è fondamentale per il metabolismo cerebrale e la funzione neuronale in quanto è la fonte primaria di carburante ed energia del cervello.
Nei pazienti affetti dalla sindrome di deficit da GLUT1, il cervello non riceve le componenti metaboliche necessarie al suo normale sviluppo e il suo corretto funzionamento.
L’unico trattamento funzionale conosciuto finora per questa patologia è la dieta chetogenica che, limitando l’apporto dei carboidrati, riproduce lo stesso stato metabolico del digiuno creando un livello importante di corpi chetonici nel sangue, noto anche come chetosi. I chetoni riescono ad attraversare la barriera emato-encefalica anche senza la proteina GLUT1 e vanno a sostituire il glucosio ponendosi come fonte di energia alternativa per il cervello.
I contro della dieta keto
Come tutte le diete, anche quella keto o chetogenica prevede dei pro, o dei benefici, e delle controindicazioni.
Un esempio può essere quello causato dalla quasi totale assenza dei carboidrati: ridurre di colpo l’assunzione di questi zuccheri complessi vuol dire limitare anche l’assunzione di cibi quali la pasta, il pane, il riso, ma anche di frutti, fagioli, piselli, mais, patate e cipolle. Alcuni di questi cibi sono anche molto ricchi di fibre, quindi eliminarli del tutto potrebbe causare anche stitichezza.
DI seguito verranno elencati alcune delle controindicazioni o degli eventuali rischi che questa tipologia di dieta può apportare all’organismo.
Cattivo odore intimo
Può sembrare strano (e neanche tanto), ma pare proprio che uno dei contro della dieta keto sia proprio quella di scatenare un cattivo odore intimo.
Molte donne che seguono questo regime alimentare hanno avvertito un cattivo odore provenire proprio dalle parti intime, un fenomeno che è stato descritto come “keto crotch”. Pare, quindi, che ogni dieta, non necessariamente solo quella chetogenica, può influire sul PH vaginale di una donna, provocando un effetto anche sull’odore.
Nel caso degli uomini, invece, potrebbe portare a secchezza delle parti intime, invece che ad uno sgradevole odore.
Nessuno sgarro
Chi segue la dieta chetogenica non può permettersi assolutamente di sgarrare, nè di concedersi neanche un frutto o un piccolissimo biscotto.
Se con altre diete è possibile concedersi uno o più pasti o addirittura una giornata intera di libertà, non si può fare lo stesso qualora si decida di seguire la dieta keto. Questo accade perchè l’organismo ha necessità di almeno due o tre giorni per capire che non si stanno apportando più carboidrati e che deve avviare la produzione di corpi chetonici. Per questo motivo, una piccola trasgressione potrebbe bloccare inesorabilmente la chetogenesi costringendo a ripartire completamente da capo.
Leggera irritabilità e keto-influenza
Il cervello, per produrre l’energia che serve all’organismo, preferirebbe i carboidrati e, per questo motivo, durante una dieta che non ne prevede l’apporto, potrebbero capitare momenti di irritabilità, mal di testa e sensazione di smarrimento.
Insieme a questi sintomi, se ne possono verificare anche altri come, ad esempio, mal di testa, vertigini, cambiamenti di umore. Questi potrebbero comparire soprattutto nei primi giorni di dieta, a causa dello scarso adattamento del corpo. Questo fenomeno prende il nome di keto-influenza.
Stipsi
La dieta chetogenica, per funzionare al meglio, prevede che non vengano quasi per niente assunti carboidrati amidacei ed alimenti contenenti fibre solubili. Questo, però, ha una controindicazione abbastanza frequente, ovvero quella della stipsi o stitichezza.
La difficoltà di reperire verdure che non contengano carboidrati è veramente molto importante e questo scoraggia a cercarne e anche ad assumerne.
Ignorare la stipsi potrebbe non fare altro che peggiorare la propria condizione, con conseguenze davvero pericolose. Per evitare di incappare in problemi del genere o per curarli, occorrerà diluire il più possibile gli scarti presenti nell’intestino bevendo molta acqua e introducendo gli oli che sono previsti dalla dieta stessa.
Corpi chetonici e chetoacidosi
Un ulteriore pericolo da associarsi a questa dieta è quello di ottenere troppi corpi chetonici nel sangue, soprattutto se si è seguito una dieta simile troppo a lungo o se il proprio corpo non produce abbastanza insulina per limitare appunto i chetoni che possono essere considerate delle vere e proprie scorie tossiche per l’organismo. In caso di grave carenza di glucosio, i corpi chetonici possono anche accumularsi nel sangue, portando ad una drastica diminuzione del PH che può portare anche a coma e morte se non si interviene tempestivamente.
L’eccesso dei chetoni nel sangue causa, inoltre, la chetoacidosi, ovvero la produzione di una sostanza tossica per il corpo che sottolinea un’emergenza clinica tipica dei soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 che, anch’essa, può portare a gravissime conseguenze come il coma o addirittura la morte. Per questo (ed altri motivi) si consiglia di seguire questa tipologia di dieta solo per periodi limitati di tempo.
Inoltre il limitato apporto di glucosio stimola anche la degradazione delle proteine per ottenere energia, provocando un conseguente sovraccarico di lavoro per il fegato e i reni.
Un ricorso prolungato alla dieta chetogenica può anche aumentare il rischio di uremia, ovvero la presenza di sangue nelle urine e di ulteriori problemi renali.
Disidratazione e perdita di sali minerali ed elettroliti
Dal momento che i carboidrati trattengono la maggior parte dei liquidi del corpo, durante la fase di chetosi questi liquidi vengono espulsi più velocemente dall’organismo insieme a sali minerali ed elettroliti, Il primo sintomo avvertito è un forte aumento della sete ed una visibile e generale disidratazione.
Questa perdita importante di liquidi e sali minerali oltre che di elettroliti può influire molto negativamente soprattutto sulle prestazioni sportive determinando anche una perdita della capacità di lavoro, di concentrazione e lucidità, fondamentali nel momento della gara o della semplice prestazione.
Per cercare di contenere questi sintomi, basterebbe semplicemente reidratarsi bevendo più acqua, aumentare il consumo di sale nella dieta e anche quello di verdure compatibili con la dieta stessa. Il sale aiuterà ad attenuare la fatica e la disidratazione e le verdure aiuteranno ad integrare nuovamente i sali minerali come il potassio e il magnesio.
Valutazioni finali
La dieta chetogenica, o dieta keto, prevede un regime alimentare abbastanza duro da seguire, sia per il fine da seguire che per gli eventuali effetti indesiderati che potrebbero poi manifestarsi.
Nelle righe precedenti si è cercato di dare, per quanto possibile, un quadro il più possibile completo di quelli che potrebbero essere i pro ed i contro di una dieta così importante come quella chetogenica.
I risultati sulla bilancia sono sicuramente i primi e più appetibili obiettivi favorevoli che questa dieta pone, ma non vanno neanche escluse tutti i campi in cui può essere applicata, come il ritardare la terapia contro il diabete, aiutare nel ridimensionamento della comparsa delle epilessie farmaco resistenti o, ancor di più, si rivela essere l’unica dieta che una persona affetta dalla sindrome da deficit di GLUT1 può seguire.
Di contro, invece, sono stati illustrati anche quegli effetti indesiderati che la dieta keto potrebbe portare: la stipsi causata dalla mancanza di fibre e carboidrati, la cosiddetta keto-influenza causata di nuovo dall’importante carenza di carboidrati che può far avvertire alcuni sintomi come la confusione, l’irritabilità, le vertigini.
Altri sgradevoli effetti collaterali potrebbero essere quelli relativi a qualche problema di chetoacidosi, disidratazione ed eccessiva perdita di sali minerali.
La soluzione migliore, infine, sarebbe quella di ponderare al meglio la propria condizione fisica con la rigidità di questa dieta, farsi seguire da uno specialista e limitarla nel tempo.